INTENSIFICAZIONE SOSTENIBILE STRUMENTO PER LO SVILUPPO DELL’AGRICOLTURA ITALIANA
La posizione dell’Associazione Italiana delle Società Scientifiche Agrarie (AISSA)
L’agricoltura italiana, nella sua grande varietà di ambienti, di specie e di sistemi produttivi deve affrontare sfide importanti legate al miglioramento della redditività delle aziende, della qualità dei prodotti e della sostenibilità ecologica delle produzioni. E’ crescente infatti l’attenzione della popolazione circa la qualità delle produzioni agrarie, la salubrità del cibo e la sostenibilità ecologica del processo produttivo in campo. Ciò avviene in un contesto in cui il reddito di molti imprenditori, soprattutto in zone marginali, è messo a rischio dall’aumento dei costi
di produzione a cui non corrisponde un aumento dei prezzi di vendita dei prodotti. Cresce la richiesta di prodotti italiani, sostanzialmente riconosciuti come più sicuri, ma l’Italia importa molte delle materie prime di interesse agrario di cui ha bisogno. La comunità scientifica che si occupa delle scienze agrarie in Italia, attraverso l’Associazione Italiana delle Società Scientifiche Agrarie (AISSA), si è interrogata sul ruolo dell’intensificazione sostenibile come strumento di sviluppo del comparto agrario nel nostro Paese, attraverso un lavoro collegiale che è partito dalla discussione all’interno di quattro tavoli tecnici sulle produzioni animali e quelle vegetali, sulla filiera bioenergetica e sulla trasformazione e conservazione dei prodotti. L’intensificazione sostenibile ha l’obiettivo di incrementare le produzioni riducendo gli impatti ambientali dei processi coinvolti. Il presente documento rappresenta la posizione di AISSA su questo importante tema. Il documento parte dall’analisi del concetto di agricoltura intensiva e sottolinea la necessità che esso sia in futuro declinato soprattutto come “più conoscenza per ettaro”. Il tema centrale della sostenibilità viene affrontato attraverso l’esame degli indicatori che permettono di contestualizzarla dal punto di vista ecologico, sociale ed economico. Per ogni filiera produttiva considerata, vengono poi analizzate le criticità e proposte le strategie e gli interventi atti a migliorare il livello di sostenibilità. Il documento sottolinea la necessità di prevedere un’analisi di base del territorio e degli ordinamenti colturali esistenti, per distinguere dove si può pensare ad intensificare ulteriormente alcune aree del Paese o alcune forme di agricoltura, e dove, invece, la coltura estensiva rimane la miglior forma possibile. Se a livello di Paese l’aumento delle rese è un obiettivo da ricercare, alla luce della grande diversità di situazioni colturali e di mercati, per la singola azienda agricola o per un singolo comprensorio non è sempre necessariamente vera l’equazione “aumento delle rese=aumento del reddito”. Non esiste una sola via o interpretazione della sostenibilità, ma le diverse forme di agricoltura dovrebbero tutte tendere verso la stessa direzione e mutuare reciprocamente pratiche virtuose. Il documento intende contribuire al dibattito per elevare il livello di sostenibilità dell’agricoltura italiana ed aiutare da un lato la competitività delle imprese e dall’altro la salvaguardia dell’ambiente.